martedì 27 aprile 2010

In un pomeriggio come un altro


Qualche ora prima ti suona il telefono e senti una voce dall'altro capo che parla in inglese, ma con quell'accento che riconosceresti lontano un miglio, e poi ti trovi seduta ad un tavolino in Piazza della Scala a chiacchierare con un ragazzo giapponese mai incontrato prima, a cui è stato cancellato il volo a causa del vulcano islandese dal nome impronunciabile.

E' l'importanza delle connessioni, dei nodi che si formano tra le persone.
Nuovi nodi rendono possibile un'infinità di nuove esperienze... e quindi può succedere che in un pomeriggio qualunque ti trovi a conversare con qualcuno che ha dormito nella stanza accanto a quella in cui tu hai passato tre mesi delle tua vita, in mezzo alle risaie di Niigata.

Qualcuno che ha vissuto per un pochino con le stesse persone con cui hai vissuto tu, che ha condiviso le stesse tazze, lo stesso ofuro, semplicemente perchè si è trovato a passare davanti a quella casa un po' speciale ed è stato invitato ad entrare.
Quel posto era proprio così: aperto.
Spesso capitava che i passanti buttassero l'occhio e venissero invitati ad unirsi a tavola, magari anche solo per un caffè italiano, anche solo per quattro chiacchiere.
Capitava anche che arrivasse qualcuno a notte fonda, mentre meditavi di andare a dormire, allora tutto ricominciava.
E' così che nascono le amicizie, le connessioni, le occasioni per conoscere talenti diversi.
Mai tirarsi indietro. Connettere più persone possibile.

Non è semplicemente perfetto? Il tempo che si trascorre in questo modo per me è il tempo meglio speso in assoluto.

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