Estratto di una conversazione di stanotte:
"Nessuno scrivera' il suo pensiero anche se glie lo chiediamo, per paura di dire qualcosa di diverso dagli altri: noi (giapponesi) non amiamo dire di si o di no, e non solo per paura di ferire l'altro.
Noi non vogliamo scegliere.
Noi non vogliamo il bianco o il nero, noi vogliamo essere grigi.
Come a scuola, vogliamo essere tutti uguali e non vogliamo risaltare piu' degli altri: per questo il nostro pensiero e le nostre parole non sono mai chiare."
- ... ma cosa succede quando qualcuno esprime qualcosa di diverso? -
"Perde la sua posizione".
Allora.
Voi che mi incontrate di frequente e che mi conoscete da tempo sapete che io sono una che il grigio proprio non lo concepisce e ora non mi spiego se sono io che non ho capito niente, oppure se sono loro che si vedono diversamente da come poi appaiono.
O se e' un misto di tutte e due le cose... perche' una spiegazione ci deve pur essere se in questo posto io sto cosi' infinitamente bene.
I giapponesi non mi sembrano ne' privi di creativita', ne' di colore.
Qui c'e' la casa degli specchi che spunta in una vallata qualunque, qui c'e' l'ikebana.
Forse la creativita' e' talmente tanta che non se ne accorgono piu'.
Peraltro, scrivo dopo che in 13 abbiamo dipinto in corridoio uno striscione che servira' domani per il film. Sono le 0:48.
1 commento:
o magari è dal grigio che nasce la creatività... io vorrei essere un pò più grigia a volte..
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